Se avete un amico un po’ fashion che dice di ascoltare hardcore occhio a definirlo arcorino, potreste finire nei guai. Questa in sintesi, la morale di una sentenza della Cassazione, che ha definitivamente chiuso il caso di due ex giovani amici milanesi che durante un’accesa discussione erano arrivati a scambiarsi pesanti offese personali fino a quando uno dei due ha apostrofato l’altro “arcorino del cazzo”. La parte offesa si è rivolta dopo qualche giorno ai giudici e i gradi di giudizio si sono svolti in tempi insolitamente rapidi per la giustizia italiana, fino alla sentenza definitiva della suprema corte che ha dato ragione all’offeso.
Nella motivazione della sentenza, la Cassazione sottolinea “l’evidente intento diffamatorio del termine arcorino o hardcorino, teso a qualificare una persona lontana dai valori della comunità di riferimento nonché dai gusti musicali ed estetici connotati negativamente“.
In definitiva, sarà quasi venire alle mani con qualcuno che offendere con questo termine chiunque, il portafoglio ne beneficerà senz’altro.