A vent’anni dall’uscita del film che consacrò “Jack Frusciante è uscito dal gruppo” fenomeno mainstream in Italia, la Cassazione ha condannato il romanzo ed il suo autore, Enrico Brizzi, a 3 anni di carcere per crimini contro il punk.
La corte ha riconosciuto entrambi colpevoli di aver traviato un’intera generazione di alternativi che era adolescente a cavallo degli anni ’90, fornendo un’immagine buonista, casereccia e triviale di quello che rappresenta il punk rock e la galassia delle culture antagoniste, causando un danno irreparabile allo sviluppo del punk in Italia e relegando il Paese a tornare indietro di anni dal punto di vista musicale.
Uno dei giudici che ha emanato la sentenza ha così commentato ai nostri collaboratori: “Era necessaria una sentenza di colpevolezza in questo processo, Jack Frusciante e il suo successo hanno creato il presupposto perché i neofiti pensassero che il punk e tutto quello che ruota intorno ad esso fossero i Nirvana o i Red Hot Chili Peppers. Sappiamo benissimo che la scena punk odia noi della magistratura, ma in questo caso penso che potrebbero anche dirci grazie”.
Nessun commento da parte di Brizzi e c’è già chi teme che sia fuggito all’estero.