Attivista di Sea Sheperd intrigato dalla moda del Blue Whale

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Dopo il servizio sul programma Le Iene di qualche giorno fa il macabro gioco noto come Blue Whale è balzato agli onori delle cronache ed è praticamente sulla bocca di tutti. Ne sa qualcosa Gino Acabbo, attivista di lungo corso di Sea Shepard, che ha accolto la novità di questo gioco in maniera meno ostile rispetto al coro di disapprovazione che è possibile udire ovunque in questi giorni.
Secondo la sua personale interpretazione, il senso del “gioco” non è altro che quello di mettere in luce la sofferenza di migliaia di cetacei nei nostri mali, attraverso un percorso di dolore che potrebbe essere visto come un’espiazione del male che gli umani da secoli causano a balene ed affini. Acabbo ha raccontato ad alcuni amici di aver provato a disegnare la famigerata balena con un coltello per provare questa sua teoria, ma poi di fronte alla vista del sangue ha preferito ripiegare su un più innocuo tatuaggio.
Ad ogni modo, ha comunque precisato l’attivista, niente giustifica qualsiasi istigazione al suicidio di qualsiasi adolescente, come pure l’invito a svegliarsi alle 4.20: “A quell’ora le balene normali dormono e lo stesso dovrebbero fare gli adolescenti, anche quelli giapponesi che si sono macchiati di crimini nei confronti dei cetacei. Però mi sento di sostenere il punto 21, quello che dice di parlare con una balena. Io stesso ho provato a farlo una volta, ma poi mi sono accorto che si trattava di Adinolfi e sono rimasto molto deluso”.

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