C’è molto di Italia in una ricerca scientifica destinata a far discutere nel mondo scientifico come nella scena metal internazionale. Uno studio realizzato per metà dal vocalist di un gruppo death metal romano, oltre ad attestare definitivamente che non tutti i metallari sono delle capre ignoranti dedite al bere e a profanare cimiteri, ha dimostrato come i cantanti impegnati in questo genere si servano inconsapevolmente delle stesse tecniche usate dai neonati quando urlano, preservando in questa maniera le proprie corde vocali.
Lo studio è stato condotto introducendo microtelecamere nelle ugole di entrambi i tipi di urlatori – bambini e bambini più grandi – mostrando in modo dettagliato i movimenti delle corde vocali nei momenti di massima sollecitazione. Quello che conta comunque, parafrasando in parte questa importante scoperta, è la conferma di un dato che in molti da decenni già sospettavano: il processo evolutivo ha reso i cantanti metal quanto di più simile esista a dei grossi bambini, ineducati, incapaci di curare la propria igiene, rumorosi e incuranti di altro che non sia il proprio ego. Con l’aggravante di mangiare e bere molto di più.
E’ prevedibile che nessun vocalist ammetterà di riconoscersi in questa descrizione, ma in tempi in cui la Scienza viene attaccata da ogni direzione ci sentiamo di prendere le sue difese contro l’oscurantismo di questi tempi bui ed a favore di persone che riportano la ricerca italiana ai vertici come solo la compianta Rita Levi Montalcini aveva saputo fare.