
Novità nella manovra finanziaria che il Governo sta discutendo in questi giorni con il Parlamento e l’Unione Europea. Per far fronte alle richieste di riduzione del debito da parte di Bruxelles e ridurre la pressione del capitolo pensioni sul bilancio statale, l’esecutivo ha annunciato oggi un taglio di circa il 50% delle pensioni di invalidità previste per le portatrici del taglio di capelli noto come Chelsea.
La riduzione degli assegni annunciata è la prima attuata da quando il Chelsea è stato riconosciuto dall’OMS una condizione invalidante che comporta il diritto ad un sostegno economico da parte dello Stato. Da questo punto di vista l’Italia è stata tra le primissime nazioni a riconoscere questo diritto ai suoi cittadini interessati, precisamente fin dal 1988. Sfoggiare il taglio in questione non viene considerata condizione di invalidità totale, ma rappresenta comunque una inabilità superiore al 60%, che impedisce quindi lo svolgimento di mansioni lavorative e comporta anche il supporto di personale qualificato.
Soddisfatta l’Unione Europea, che ha annunciato l’intenzione di proporre gli stessi tagli anche agli altri Paesi che non sono a posto con i conti pubblici. Prevedibili, invece, le proteste delle associazioni di familiari di portatrici di Chelsea: “Le pensioni di invalidità sono un diritto costituzionale e decidere di tagliare solo quelle delle portatrici di Chelsea è discriminatorio oltre che dannoso” ha commentato la portavoce dall’Associazione Famiglie Colpite da Chelsea. “Il Governo afferma che per sconfiggere questa invalidità sarebbe sufficiente andare dal parrucchiere, ma evidentemente non hanno idea dei processi mentali di chi adotta questo taglio. Se il taglio sarà confermato di rivolgeremo alla Corte dei diritti dell’uomo” conclude.