
A volte un semplice taglio di capelli può portare a problemi di varia natura, fraintendimenti, perfino violenze o tentativi di questo tipo. E’ quanto è accaduto nello scorso weekend ma non solo a Vicky, una giovane skingirl torinese, che per più di una volta è stata identificata come un’ebrea ortodossa solo per via del fatto di portare il Chelsea e che l’umidità avesse fatto tornare i suoi capelli da lisci a ricci con i boccoli.
Questo genere di episodi sembrerebbero un problema di poco conto, ma in un momento storico in cui comportamenti razzisti e intolleranti prendono sempre più piede, essere scambiati per ebrei può rappresentare un grosso rischio. A causa della sua capigliatura infatti, Vicky come pure altre sue amiche skin deve precisare in molti centri sociali di non essere sionista nè di vivere in qualche colonia della Striscia di Gaza, deve sopportare sguardi di disapprovazione ogni volta che va a comprare una Peroni da un bangla o un pakistano e soprattutto deve spiegare ogni volta che non è un problema essere skin ed ebrei perchè lei ebrea non lo è.
Alle volte il malinteso ha anche avuto dei risvolti positivi, come quella volta in cui ha avuto accesso ad una sinagoga storica senza essere perquisita, ma soprattutto quando un tedesco in uno squat le ha regalato 100 euro perchè suo nonno aveva lavorato in un campo di concentramento e quello era un parziale rimborso per i crimini che sicuramente aveva compiuto verso il suo popolo. Con quei soldi Vicky avrebbe potuto finanziarsi una parrucca oppure un taglio diverso, ma sono stati investiti in una svendita di vestiti Lonsdale, quindi l’opzione è al momento rimandata.