Terrorismo, Turchia ottiene estradizione della Banda Bassotti in cambio della riconferma dell’Italia nella Nato

Tempi difficili per l’alleanza atlantica, stretta in questo momento da una serie di interessi contrapposti che riflettono in gran parte la crisi generata dalla guerra tra Russia e Ucraina. Sugli scudi (scusateci per il gergo un po’ militaresco) è da giorni la Turchia, che dopo l’ok a farsi consegnare i curdi da parte di Svezia e Finlandia attraverso il suo presidente-dittatore Erdogan, oggi è riuscita a convincere il nostro premier Mario Draghi a consegnare senza proteste il gruppo combat oi romano Banda Bassotti. Se Draghi avesse rifiutato, Erdogan avrebbe posto il suo veto alla riconferma dell’Italia nella Nato, con conseguenze che avrebbero potuto spingerci ad entrare nell’Alleanza Panafricana o magari ad essere spartiti come ai vecchi tempi tra Austria a nord e Vaticano o Borboni a sud.
A pesare sull’accordo, il coraggioso sostegno del gruppo alla causa curda, concretizzato in innumerevoli pranzi e cene a base di cibo tradizionale, ma anche lo storico appoggio ai russi in Donbass che Erdogan non ha mai digerito anche perché che gli avranno mai fatto i turchi a sti quattro che ogni volta che fanno una mossa in politica estera arrivano loro e dicono il contrario.
La trattativa, apparentemente semplice, è stata in realtà più complicata del previsto, soprattutto dopo che un funzionario italiano ha provato a scambiare la Banda prima coi Los Fastidios. Ma come nelle storie sulla Guerra Fredda, l’Italia è stata a un passo dalla catastrofe, ma un anonimo burocrate l’ha salvata facendo notare che non si sa come ma persino in Turchia i Los Fastidios sono più amati della Banda Bassotti e la loro presenza nelle prigioni sul Bosforo non sarebbe stata così facile da gestire.

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